giovedì 31 maggio 2012

EMILIA ROMAGNA, 1.000 SCOSSE REGISTRATE


Sono più di 1.000 le scosse registrate in Emilia Romagna dal 20 maggio. La zona è stata colpita da due distinti terremoti il 20 e il 29 maggio che hanno procurato decine di morti, centinaia di feriti e migliaia di senzatetto. Crolli importanti alle strutture, alle chiese, alle fabbriche, alle case, liquefazione con fuoriuscita di ingenti quantità di sabbia che hanno messo in ginocchio una popolazione stremata.
Dal 20 maggio la terra trema in continuazione e dopo la violenta scossa di ieri mattina è iniziato un nuovo sciame sismico. Nella giornata di oggi sono stati registrati complessivamente 89 terremoti di cui 10maggiori del grado 3.0 Richetr37 di grado fra 2.4 e 2.935 di grado fra 2.0 e 2.4 e 7 di grado inferiore. I più forti terremoti si sono verificati nella giornata di ieri con un evento di M 5.3 a seugito del più forte terremoto di M 5.8 delle ore 09:00.
Le scosse sono avvenute quasi tutte ad una profondità ipocentrale fra
 5 e 9 Km. Nonostante la grande attività sismica odierna solo una scossa ha raggiunto M 3.8 alle ore 08:00 ma questo non può scongiurare l'arrivo di nuovi eventi anche superiori al grado 5.0. Normalmente, ad un grande terremoto, seguono per diversi mesi numerosissime scosse di assestamento alcune delle quali anche con magnitudo più significativa e in considerazione al fatto che ci troviamo di fronte a due catastrofici terremoti avvenuti a breve distanza di tempo e a breve distanza spaziale una nuova intensificazione delle scosse non dovrebbe sorprenderci.
LA PREVISIONE SISMICA
Relativamente ai nostri studi sperimentali sulla previsione sismica c'è molta disinformazione, a volte causata di proposito. Vogliamo quindi precisare in poche parole la realtà dei fatti.
I Rivelatori misurano 
particelle gamma emesse durante il processo di decadimento del Radon, tali riveatori sono installati solo in Abruzzo (L'Aquila, Fagnano, Magliano de' Marsi) e uno in California ad Orange. La zona monitorata copre un raggio di circa 80/100 km dal centro della rete e pertanto solo all'interno di questo raggio siamo in grado di identificare il precursore sismico con un anticipo di circa 6/24 ore rispetto all'arrivo della scossa attesa fornendo indicazioni sull'epicentro e sulla magnitudo.
I tre rivelatori, però, ci indicano anche diverse anomalie relative ad attività sismica al di 
fuori della rete di monitoraggio in quanto, le tre stazioni, è come se diventassero una unica postazione e pertanto diventaimpossibile stabilire la zona che sarà interessata dal sisma e sarà altrettanto impossibile quantificarne il grado sismico. In questo caso i tempi di attesa superano di gran lunga le 24 ore arrivando anche a 3/5 giorni.
Giorni prima del sisma del 20 maggio abbiamo rilevato una di queste anomalie che quasi mai annunciamo nella sezione del sito "News Comunicati" per le ragioni appena spiegate. Al contrario il 24 maggio, vista la situazione emiliana dopo il primo terremoto, abbiamo pensato di pubblicare l'annuncio dell'anomalia e la sera del 28 maggio, visto il protrarsi dell'anomalia stessa, abbiamo comunicato i dati anche al gruppo di ricercatori internazionali che collaborano con noi.



Nell'immagine la cartina di tutti gli epicentri delle scosse.


Fonte: fondazionegiuliani.it

Giallo in Sardegna. Boato a Siniscola in zona non sismica: psicosi da terremoto





NUORO – Un “boato” improvviso e scatta subito la paura. Paura del terremoto anche se dove il boato c’è stato, a Siniscola, in Sardegna, terremoto non era e non può essere. Le carte sismiche parlano chiaro: se c’è una zona d’Italia che dal rischio terremoto è immune, infatti, quella è la Sardegna.
Terra immune dal terremoto ma non, evidentemente, dalla psicosi. Gli abitanti si Siniscola e dei centri vicini della provincia di Nuoro, sulla costa est dell’isola sono sicuri che sisma è stato. La scossa sarebbe stata avvertita intorno alle 20.30, ma non è stata registrata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Ingv. Lo riferisco il quotidiano L’Unione Sarda L’unica scossa registrata dai sismografi è quella delle 20,28 a Modena, un terremoto di magnitudo 3,9. Insomma la terra non ha tremato secondo i rilievi sismografici, ma per i cittadini di Siniscola il forte boato sentito era di sicuro un terremoto. La vicenda potrebbe sembrare un caso di psicosi da terremoto e assume i contorni di un giallo nella città sprofondata nel panico,che ha preso d’assalto il centralino dei Vigili del Fuoco.


Fonte: blizquotidiano

mercoledì 30 maggio 2012

Il Vangelo ritrovato in Turchia potrebbe far cadere la Chiesa Cattolica!



TURCHIA - Un antico manoscritto è stato rinvenuto dalle autorità turche durante una operazione anti-contrabbando. Il testo è scritto su pelle di animale, in lettere d’oro. L’Agenzia Basij sostiene si tratti di una versione autentica del Vangelo di Barnaba, uno dei discepoli di Gesù.
Soffermiamoci un attimo sulla figura di Barnaba. Chi è costui? È un apostolo venerato come santo sia dalla chiesa cattolica che da quella ortodossa. Originariamente si chiamava Giuseppe ed era giudeo, emigrò a Cipro con la famiglia e si convertì al Cristianesimo. Venne chiamato Barnaba dopo il battesimo. Insieme a Paolo fu un evangelizzatore in Siria, a Cipro, in Asia Minore, poi andò a Roma e a Milano. Morì lapidato a Salamina.
Torniamo al manoscritto. La polizia turca ne è venuta in possesso nel 2000 quando ha catturato una banda accusata di scavi illegali e di rubare e vendere antichità. Dal Palazzo di Giustizia, nella capitale turca Ankara, il manoscritto è stato trasferito - sotto scorta armata - al Museo Etnografico della città. "La scoperta dell'originale Vangelo di Barnaba mina la Chiesa cristiana e la sua autorità - afferma l’Agenzia Basij - e rivoluzionerà la religione nel mondo".
Ma cosa contiene di tanto clamoroso? Tre sono le affermazioni più forti e in contrasto con la tradizione cristiana, ossia contro tutti i concetti che la chiesa ha portato avanti nei secoli. La particolarità di questo testo lo distanzia anche dai testi apocrifi che conosciamo, si pensi al Vangelo di Tommaso.
Ora veniamo al dunque. Primo. Gesù non è il Figlio di Dio, ma un grande profeta. Gesù, in diversi brani, non si definisce il Figlio di Dio. Sono gli altri a definirlo in quel modo.
Secondo. Gesù non è morto crocifisso. Gesù viene tradito da Giuda Iscariota quando costui perde la speranza che Gesù diventi Re di Israele. Allora lo tradisce e in cambio ottiene le monete. Ma Dio manda i suoi arcangeli a nascondere Gesù e muta le sembianze del traditore in modo che assomigli a Gesù stesso. Le guardie lo catturano e lo portano dinanzi al tribunale. È Giuda Iscariota quindi ad essere processato e crocifisso.
Terzo punto. Gesù predice l’avvento di Maometto. "Poi il sacerdote disse: “Come si chiama il Messia, e quale segno ci rivela la sua venuta?” Gesù rispose: “Il nome del Messia è ammirevole, perché Dio stesso gli ha dato il nome quando ha creato la sua anima, e l’ha immesso in un celeste splendore. Dio disse: “Aspetta Muhammad; per te io vorrei creare il paradiso, il mondo, e una grande moltitudine di creature. Ti faccio un regalo, perché chiunque ti benedica deve essere benedetto, e chiunque ti maledice sia maledetto. Quando ti invierò al mondo ti invierò come mio messaggero di salvezza, e la tua parola sarà sincera: il cielo e la terra passeranno, ma la tua fede non passerà mai. Muhammad è il suo benedetto nome.” Poi la folla alzò la voce, dicendo: “O Dio inviaci il tuo Messaggero: O Ammirevole, vieni presto per la salvezza del mondo!"
L’Agenzia Basij ha rivelato che il manoscritto risale intorno al quinto-sesto secolo d.C. Per la maggior parte degli storici, invece, intorno al 1500. E alcuni respingono tutto quanto annunciato come "ridicola propaganda anti-cristiana". Ne cito solo 2. Erick Stakelbeck, analista di terrorismo, ha sentenziato: "Il regime iraniano si impegna a sradicare il Cristianesimo con ogni mezzo necessario." E Phil Lawler - scrive sul sito di Cultura Cattolica - l’ha giudicato come "risibile sfida iraniana al cristianesimo".
Per finire propongo una parte di una lunga riflessione che boccia in modo categorico la "verità svelata" dalla scoperta del manoscritto (per intero qui).  "Di fatto, di questo vangelo di Barnaba (che ora chiameremo pseudovangelo) non esistono che due manoscritti, entrambi del tardo XVI secolo (!!), redatti uno in italiano e uno inspagnolo. Quello spagnolo è andato perso e il testo lo si ritrova in un testo più tardivo ancora del XVIII secolo. I manoscritti presentano anche una serie di anacronismi e imprecisioni che contribuiscono - qualora ce ne fosse bisogno - ad azzerarne l’importanza teologica e apologetica (…) Ora torniamo alla “scoperta” in questione. Supponiamo che si tratti del proto-pseudovangelo di Barnaba, la fonte siriaca dei due manoscritti italiano e spagnolo, visto che il vangelo scoperto è redatto per l’appunto in lingua siriaca. C’è un primo problema: dalle foto e dai video che circolano del vangelo si legge chiaramente questo: “Bishmed maran paysh kthota id ay kthawa il ——— ib Nenwa ipsheta alpa o hamshaima id maran” cioè “Nel nome del Signore, [è stato] scritto questo libro … in Ninive nell’anno 1500 di nostro Signore”. Quest’incipit farebbe venire non pochi dubbi su tutta l’operazione mediatica. Innanzitutto, è chiarissimo che il manoscritto è del 1500 e non del 500. Quindi ha soltanto 500 anni e non 1500 come tutta la stampa ha scritto. Una bella delusione, visto che la presunta profezia avrebbe avuto un senso se fatta nell’anno 500 d.C. (Muhammad nacque attorno al 570) ma non ha più alcun senso nel 1500 d.C.! A confermare ciò sarebbero altre considerazioni: 1. la grafia siriaca utilizzata è detta nestoriana ed è apparsa intorno al 1100 d.C."
L’agenzia Basij ha riferito, nel febbraio di quest’anno, che il Vaticano abbia richiesto di poter visionare il tale manoscritto. Non si sa se questo sia avvenuto. Comunque pare che la Turchia esporrà al pubblico il Vangelo non appena disposti consoni sistemi di sicurezza. Vedremo come si evolverà la storia intorno a questo "Vangelo di Barnaba". Future informazioni, sia pure smentite, saranno portate all’attenzione dei lettori.


Fonte: net1news.org

Tutte le proprietà benefiche della curcuma evidenziate da studi scientifici


La curcuma, pianta erbacea originaria dell’Asia sud-orientale e largamente impiegata come spezia soprattutto nella cucina indiana. E’ stata ed è ancora un ingrediente fondamentale della cucina mediorientale e del sud-est asiatico. Largamente impiegata nella medicina ayurvedica di origine indiana e nella medicina cinese per le sue proprietà benefiche e curative .
Negli ultimi anni è stata al centro di molti studi della medicina occidentale e recentemente sono arrivate conferme scientifiche. Vediamo quali.
Secondo una ricerca finanziata dal National Institutes of Health e pubblicata sul Journal of Nutritional Biochemistry, la curcumina produrrebbe sensibili aumenti nei livelli della proteina CAMP (peptide antimicrobico catelicidina) - una proteina che regola la risposta immunitaria innata e risulta dunque fondamentale per proteggere l'organismo dall'attacco di virus, funghi e batteri, ed è nota per la sua azione anti-tubercolotica e di controllo della sepsi. Era già risaputo che la vitamina D rafforzasse l’azione di questa proteina, ma ora se ne conosce un altro alleato.

Il consumo regolare della curcuma aiuterebbe l'organismo umano a difendersi dall'attacco di alcune infezioni, in particolar modo quelle che riguardano il tratto intestinale e lo stomaco.
Un altro studio condotto dall'Università della California ha portato a concludere che la curcumina, sia in grado di bloccare l'azione di un enzima ritenuto responsabile dello sviluppo di tumori nella zona della testa e del collo.
Studio testato su pazienti affetti dalle patologie in questione ai quali son state somministrate compresse contenenti 1000 milligrammi di curcumina.
Le valutazioni dei risultati sono state elaborate da un laboratorio indipendente. Si è evinto che tale sostanza, agendo nel cavo orale, conduca ad un’inibizione dell’enzima promotore del cancro, utilissima dunque nella cure di sostegno alla chemioterapia- confermato anche da altri studi dell’Università del Michigan- e come efficace strumento di prevenzione per questo tipo di tumori.
Che la curcumina sia un potente antiossidante in grado di combattere i radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento, è stato dimostrato da uno studio della University of Maryland’s Medical Center.
Approfonditi studi del direttore medico dell’Arizona Center for Integrative Medecine, il Dr Randy J. Horwitz, hanno evidenziato quanto la curcuma rappresenti uno dei più potenti antinfiammatori naturali presenti al mondo. Risultati degli studi disponibili in un documento redatto per l'American Academy of Pain Management.
Al vaglio l’utilizzo della curcuma anche per la cura dell’ artrite reumatoide.
Secondo altri studi, la curcumina avrebbe proprietà benefiche anche per il fegato, per il diabete e il colesterolo e addirittura sembrerebbe aumentare l'effetto dei farmaci retro virali usati nel trattamento contro l'HIV  e ad arrestare con più efficacia l'avanzata del virus!

La curcumina, un vero e proprio elisir.



Fonte: you-ng.it

Terremoto: mangiati da vulcani di sabbia le case e capannoni d’Emilia





ROMA – Perché una casa sì e una casa no, perché un capannone è andato giù e l’altro invece è rimasto in piedi? Una possibile risposta arriva dai geofisici dello Ingv (Istituto nazionale geofisica e vulcanologia): case e capannoni dove sono crollati sono stati come mangiati, aspirati giù fin dalle fondamenta da vulcani di sabbia. Proprio così, “vulcani di sabbia” li definisce in una conferenza stampa Paola Montone, la ricercatrice appena rientrata dalle zone del terremoto dove i vulcani di sabbia li ha visti dal vivo. “E’ un fenomeno dovuto alla liquefazione della sabbia che avviene nel sottosuolo, avviene quando, anche a pochissima profondità si trovano strati sabbia e argilla, come nella pianura padana…la sabbia, sottoposta a una pressione molto forte, può passare dallo stato solido allo stato liquido, l’acqua imprigionata nei pori di sabbia non è comprimibile…la sabbia si trasforma in una sorta di fluido e sale in superficie, formando i vulcani”.
La ricercatrice ha raccontato di averli visti i vulcani di sabbia nel ferrarese: “E’ un fenomeno molto esteso, se ne vedono lungo le fratture della terra, successioni di vulcani di sabbia, alcuni alti qualche decina di centimetri, qualcosa di molto pericoloso per gli edifici perché quando il vulcano sale in superficie, il terreno cede”. Ai vulcani di sabbia aveva accennato l’altra sera in tv da Lilli Gruber Stefano Gresta, presidente dello Ingv. Alle domande sul perché dei capannoni crollati, sulla eventuale troppa poca prudenza nel dichiararli di nuovo agibili dopo le scosse del 20 maggio, aveva risposto: “Occorre vedere sul terreno caso per caso, ci può essere una inosservanza di norme, ma anche un fenomeno di sabbia liquida…”. Sabbia liquefatta, vulcani di sabbia che moltiplicano l’effetto distruttivo sugli edifici della intensità delle scosse misurate sulla scala classica dei terremoti. Insomma quello dell’Emilia e del sud della Lombardia appare proprio come un sisma “cattivo”. Non enorme nella energia liberata ma capace di distruzione diffusa con il fenomeno dei vulcani di sabbia e capace di durare a lungo, forse mesi e pefino anni, inabissandosi nel calendario per poi tornare a colpire.




Fonte: blitzquotidiano.it

Il pianeta X ( Nibiru ) le foto che vi mostriamo sono del telescopio Wise




Planet X: dal telescopio WISE altre fotografie del misterioso pianeta
Le fotografie che vi mostriamo provengono dal sito internet di un appassionato di Planet X, che avanza ipotesi un pò troppo esagerate, ma le immagini tratte da WISE secondo UrsuAdams sarebbero quelle del misterioso pianeta del transito. Infatti nel video sotto, mostra quelle che sarebbero le fotografie del pianeta Nibiru, noto altrimenti con il nome di Planet X, che sarebbero state scattate dalla NASA attraverso il famoso telescopio spaziale WISE. Ovviamente ognuno si farà una propria idea, un proprio pensiero su queste immagini che stanno incuriosendo la comunità di appassionati di Ufo  e Nibiru. Giudicate voi!



Sopra: le immagini di Planet X Nibiru e le orbite di altri piccoli pianeti, registrate dal telescopio spaziale WISE





Fonte:  Segnidalcielo.it

TERREMOTO PREVISTO DA MAYA A NOSTRADAMUS? LE TANTE LE PROFEZIE SUL 20 MAGGIO, GIORNO DI ECLISSI E ALLINEAMENTI ASTRONOMICI


Da giorni parliamo dell’eclissi di sole che si verificherà tra qualche ora e che seguiremo in diretta su MeteoWeb con immagini esclusive, foto e video, anche se dall’Italia non si potrà osservare: sarà visibile nell’Oceano Pacifico, dalla Cina al Giappone fino agli Stati Uniti d’America, e avrà una durata di circa sei minuti. Si tratta di un evento particolare poiché non sarà un’eclissi totale, bensì anulare e dai Paesi dell’oceano Pacifico sarà possibile osservare in cielo un anello luminoso moto suggestivo e affascinante, tanto che da settimane fervono i preparativi per poterla guardare nel modo migliore possibile. Il fenomeno inizierà stasera e si vedrà, in base alle varie zone, fino a domattina. Le popolazioni del Pacifico osserveranno uno spettacolare cerchio di fuoco che molti secoli fa era stato previsto dai Maya con incredibile precisione (20 maggio 2012), da grande popolo che aveva una cultura astronomica eccezionale per quei tempi (e non solo…).Da giorni parliamo dell’eclissi di sole che si verificherà tra qualche ora e che seguiremo in diretta su MeteoWeb con immagini esclusive, foto e video, anche se dall’Italia non si potrà osservare: sarà visibile nell’Oceano Pacifico, dalla Cina al Giappone fino agli Stati Uniti d’America, e avrà una durata di circa sei minuti. Si tratta di un evento particolare poiché non sarà un’eclissi totale, bensì anulare e dai Paesi dell’oceano Pacifico sarà possibile osservare in cielo un anello luminoso moto suggestivo e affascinante, tanto che da settimane fervono i preparativi per poterla guardare nel modo migliore possibile. Il fenomeno inizierà stasera e si vedrà, in base alle varie zone, fino a domattina. Le popolazioni del Pacifico osserveranno uno spettacolare cerchio di fuoco che molti secoli fa era stato previsto dai Maya con incredibile precisione (20 maggio 2012), da grande popolo che aveva una cultura astronomica eccezionale per quei tempi (e non solo…).
L’eclissi di oggi, guarda caso, si verificherà sullo zenith della piramide di Chichén Itzá, eretta di onore di Kukulkan, una divinità venerata dal popolo mesoamericano, del quale gli stessi Maya il ritorno e il dono di pace e serenità.Quella del 20 maggio 2012 è una data ciclica nel calendario Maya, anche perchè è il giorno in cui si stanno allineando le Pleiadi, il Sole e la Terra. Un allineamento, così come l’eclissi, che riuscirono a prevedere molto tempo fa con grandissima precisione.Un detto di questo popolo antico recitava “come in alto, così in basso“: i Maya erano infatti convinti che quello che accadesse nell’universo condizionasse in modo determinante le dinamiche naturali della Terra, sia quelle meteo/climatiche che quelle geo/vulcaniche, come i terremoti.
Anche Nostradamus, molto tempo dopo, sembra aver previsto un forte terremoto proprio in questa data: “giorno 20 del Toro il suolo tremerà così forte, che aria, terra e cielo si oscureranno e i serpenti infedeli verranno sopraffatti da Dio. Grandi e improvvise inondazioni non permetteranno di trovare luoghi o terre sulle quali rifugiarsi, perchè l’onda raggiungerà il Fesulano olimpico“.
Infine il 9 agosto 2005 ad Oxfordshire comparve un misterioso disegno nel grano che mostrava chiaramente come sarebbe stato il cielo proprio oggi, 20 maggio 2012, con un’eclissi anulare di Sole e l’allineamento celeste.
Che significa tutto questo? Il terremoto di stanotte al nord Italia era stato previsto dai Maya e da Nostradamus? Assolutamente no, nessuno ha mai tramandato luogo e data di un violento sisma.
Ma la terra oggi ha tremato con violenza anche in Giappone, Cile e Brasile: 
solo casualità? E la giornata non è ancora finita …A prescindere dalle suggestioni delle profezie, evidentemente un qualche rapporto tra gli eventi astronomici e i fatti terrestriesiste davvero, anche se ad oggi la scienza non riesce a spiegarlo ed a capirne le dinamiche. Non risulta difficile immaginare, però, che con i giganti passi avanti degli studi scientifici e delle scoperte tecnologiche, in un futuro la nostra civiltà possa scoprire qualcosa di importante in tal senso, magari ripercorrendo le tracce di antiche civiltà come i Maya che, molti secoli fa, da grandi osservatori del cielo eamanti della natura, avevano già individuato qualcosa.



Fonte: Meteoweb.eu

Ighina l'assistente di Guglielmo Marconi ci parla della valvola sismica che evita i terremoti!





Continua ad allargarsi l’enorme spaccatura che dal 2005 si è aperta sulla depressione etiope di Afar; preludio per la formazione di un nuovo mare?


 L'enorme spaccatura che rischia smembrare il corno d'Africa, creando un nuovo mare al posto della depressione desertica di Afar



La famosa teoria della “deriva dei continenti”,secondo la quale i vari continenti si muoverebbero l’uno rispetto all’altro, è tuttora in evoluzione. Basta andare nella famosa “ Great Rift Valley”dell’Africa orientale per poterlo notare di persona. All’inizio del 2005 una enorme frattura iniziò ad aprirsi e a spaccare il terreno lungo il deserto etiope, una estesa landa di terreno arido e privo di vegetazione che caratterizza una vasta area dell’Etiopia. La fenditura, lunga fino a 60 chilometri, si aprì lungo un tratto nella depressione di Afar. Nel corso dei mesi questa enorme frattura cominciò sempre più ad allargarsi, estendendosi alle aree limitrofe. Il fenomeno suscitò inquietudine, ma al tempo stesso pure grande interesse da parte degli scienziati che dopo aver appreso la notizia sono accorsi sul luogo per effettuare i primi studi. In un primo momento alcuni geologi pensavano che la frattura potesse rappresentare l’inizio della creazione di un nuovo oceano, per l’allontanamento della zolla africana orientale verso levante. Tale teoria che accese un vivace dibattito fu subito contrastata e smontata da una parte della comunità scientifica internazionale.
Ma dopo qualche anno la tesi ha cominciato a mettere d’accordo buona parte dei geologi, tra questi pure chi inizialmente la criticò in maniera aspra. Difatti gli scienziati provenienti da diversi paesi hanno confermato che i processi vulcanici in azione sotto la “Great Rift Zone etiopica” sono quasi identici a quelli in fondo degli oceani del mondo, segno che l’apertura della grande spaccatura con molta probabilità rappresenta niente meno che il preludio per la nascita di un nuovo mare che cambierà per sempre la geografia dell’intero continente africano che noi oggi conosciamo. Negli anni successivi, uno studio pubblicato suGeophysical Research Letters, sosteneva che le zone soggette ad una intensa attività vulcanica, lungo i bordi delle placche tettoniche oceaniche, possono improvvisamente dissolversi in ampie sezioni, invece che a poco a poco come si credeva precedentemente.
L'enorme fenditura osservata dall'alto, si nota la notevole estensione
Inoltre l’evoluzione di questi fenomeni geologici potrebbero agevolare l’apertura di nuove grandi spaccatura in seno alla crosta terrestre, originando delle nuove faglie capaci di generare improvvisi terremoti di alta magnitudo sulle regioni circostanti, rappresentando cosi un pericolo molto grave per le popolazioni che vivono vicino ai margini delle fenditure. “Questo lavoro è un importante passo avanti nella nostra comprensione del Rift continentale, che può portare alla creazione di nuovi bacini oceanici”, dice Ken Macdonald, professore del Dipartimento di Scienza della Terra presso l’Università della California, Santa Barbara. Notevole pure il contributo delle università locali di Etiopia ed Eritrea che fin dal 2005, quando si è aperta la grande spaccatura sul deserto etiope, hanno avviato degli studi inerenti proprio l’attività sismica dell’area. Atalay Ayele, professore presso l’Università di Addis Abeba, in Etiopia, ha raccolto una grande quantità di dati sismici riguardanti la frattura del 2005, che ha aperto la grande spaccatura di 20 metri di larghezza in pochi giorni.
Unendo dati sismici provenienti dall’Etiopia, con quelli dell’Eritrea di Ghebrebrhan Ogubazghi, professore dell’Istituto Eritrea of Technology, e dello Yemen con la collaborazione di Jamal Sholan del National Yemen Seismological Observatory Center, è stata creata una mappa molto interessante che ha saputo fornire dei dettagli molto utili ai fini della ricerca. Dopo mesi di studi e catalogazione dei fenomeni sismici il professorAyele ha dimostrato che la fessura non si è aperta dopo una serie di piccoli terremoti per un periodo prolungato di tempo, ma in maniera disgiunta lungo tutta la sua lunghezza di oltre 35 miglia (60 chilometri) in pochi giorni. Qui entra in scena l’intensa attività vulcanica dell’area. Nelle vicinanze al luogo della frattura un vulcano, denominato Dabbahu, posto all’estremità settentrionale della Rift, ha prima eruttato e poi spinto il magma attraverso il centro della zona di frattura fino a “decomprimere” la spaccatura in entrambe le direzioni, ampliandola ulteriomente.
Nei fondali marini la lava fuoriesce di continuo dai vulcani creando sempre nuova crosta terrestre, una volta che si è raffreddata e indurita. I terremoti si sviluppano con lo spostamento delle placche tettoniche nel momento in cui il magma si estende verso l’alto per poi diffondersi in entrambi i lati sul fondale marino. Questa attività ha dato vita, negli ultimi mesi, ad un forte incremento di terremoti nel Golfo di Tagiura. In pratica gli studiosi sostengono che la frattura africana determina una scissione a un tasso che si manifesta molto raramente in geologia. Il Mar Rosso e il Golfo di Aden furono creati milioni di anni fa dalla prima frattura. Dall’Etiopia al Mozambico si estende la seconda frattura, fiancheggiata da molti vulcani, chiamata “Great Rift Valley “ che, secondo le teorie scientifiche, rischia di essere sommersa dal mare. Secondo gli studiosi le acque del mare potrebbero inondare le terre molto prima di quanto si potrebbe prevedere a causa della depressione della Dancalia, situata a settentrione della valle. Il luogo è profondo circa 25 metri (localmente anche più) e le acque del Mar Rosso sono trattenute solo dalle colline.
La fascia collinare però ha già subito uno sprofondamento di alcune decine di metri rispetto i livelli precedenti e la presenza di sale sul deserto testimonia che il mare abbia già in passato inondato la zona. La lava ha successivamente poi fatto ritirare il mare. Attualmente l’unica cosa certa è che l’attività vulcanica è fortemente aumentata negli ultimi anni, I geologi hanno registrato in 22 posti nel triangolo della depressione di Afar, nel nord Africa, eruzioni vulcaniche in prossimità alla superficie terrestre. Anche lo studio del magma ha permesso ai vulcanologi di scoprire che la sua tipologia, caratterizzata da una bassa quantità di acido silicico, è la medesima di quella che caratterizza le eruzioni nelle dorsali medio-oceaniche collocate negli abissi degli oceani. Oltre al rinvigorimento della sismicità profonda, una caratteristica tipica delle dorsali, altri eventi hanno confermato lo sconvolgimento geologico che sta interessando l’intera area del Corno d’Africa. Su tutti va ricordata, nel Maggio 2009, l’improvvisa eruzione di un vulcano sotterraneo nell’ovest dell’Arabia Saudita. Allora l’evento eruttivo fu localizzato ad appena 200 chilometri dalla linea del Rift. Finora nessuno può dire quando il mare inonderà la depressione etiope, potrebbero passare centinaia di anni oppure ci potremo trovare di fronte ad un fenomeno alquanto rapido che rischia di cogliere di sorpresa gli stessi ricercatori.
Fonte: Meteoweb.eu

PANICO NEGLI USA, TONNO RADIOATTIVO PROVENIENTE DAL GIAPPONE



 
TOKYO - Dopo il disastro nella centrale nucleare giapponese di Fukushima, tonni pinna blu radioattivi sono approdati sulle coste americane attraversando il Pacifico dal Giappone. Hanno viaggiato per oltre novemila chilometri. Secondo gli scienziati è la prima volta che un pesce migratore di simili dimensioni (può arrivare a tre metri di lunghezza e 450 kg di peso) riesce a trasportare radioattività per una tale distanza. I livelli di cesio radioattivo riscontrati dalla National Academy of Sciences nei tonni in questione sono di dieci volte superiori a quelli rilevati sui tonni a largo delle coste della California lo scorso anno. Dopo il terremoto in Giappone nel marzo del 2011, ci sono stati casi in cui piccoli pesci e plancton sono risultati radioattivi ma gli esperti non si aspettavano che tracce radioattive rimanessero in pesci di grosse dimensioni, che sono in grado di metabolizzare e smaltire sostanze radioattive. Le autorità giapponesi e americane hanno comunque assicurato che, nonostante i livelli di radioattività riscontrati siano superiori alla norma, i tonni pinna blu in arrivo dal Giappone sono ancora ben lontani dal rappresentare un rischio per la salute dei consumatori. Frattanto, i ricercatori si preparano a studiare gli effetti della radioattività su un numero maggiore di tonni, in particolare quelli che hanno viaggiato in acque contaminate per periodi prolungati. Lo scopo è di scoprire quanto il fattore temporale influirà sulla presenza di radiazioni. Ora che si sa che anche i tonni pinna blu possono trasportare radiazioni, si cercherà di tracciare anche altre specie migratorie, come tartarughe marine, squali e uccelli marini.


Fonte: leggo.it 

Si stanno formando strani vulcanetti in Emila Romagna dopo il terremoto





 
Oggi ne parlano un pò tutti, dopo le forti scosse di terremoto che negli ultimi giorni stanno colpendo la pianura Padana. Il fenomeno della liquefazione del suolo e dei “vulcanetti” sta mobilitando l’interesse di esperti e studiosi, che da molte zone del mondo sono arrivati in pianura Padana per analizzare la situazione e capire cosa sta succedendo. Della liquefazione del suolo abbiamo già parlato moltissimo su MeteoWeb nei giorni scorsi, spiegandone le dinamiche. Dopo la forte scossa di ieri mattina alle 09:00, altri fenomeni di liquefazione sono stati segnalati in alcune zone di Emilia Romagna e basso Veneto. Ma il fenomeno nuovo di cui parliamo in quest’articolo è quello dei “vulcanetti” di sabbia e fango che sono comparsi in molte zone di campagna tra modenese e ferrarese: hanno dimensioni modeste di qualche metro di diametro e sono disposti uno di seguito all’altro per 50-100 metri, lungo una frattura sismica. Sono direttamente collegati al fenomeno della liquefazione, in quanto si verificano proprio come risultato della liquefazione delle sabbie che insieme alle argille e ai limi vanno a costituire la parte superficiale della pianura padana, come ha spiegato oggi in un’intervista al Corriere della Sera Daniela Pantosti, dirigente di ricerca all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv).
Le onde sismiche hanno infatti provocato una sovrappressione dell’acqua contenuta negli strati. Poiché l’acqua è incomprimibile, ha causato ad alcune centinaia di metri di profondità la liquefazione dei granelli dando origine a un fango che è fuoriuscito in superficie non appena ne ha avuto la possibilità, vale a dire in corrispondenza delle fratture del terreno“, ha aggiunto Daniela Pantosti.  Nel nostro Paese non è la prima volta che un simile fenomeno si manifesta. I vulcanetti di sabbia si erano per esempio formati proprio a Ferrara durante il terremoto del 1571, in due o tre siti nel sisma dell’Aquila del 2009, nel Gargano nel 1627, nella valle del Simeto in Sicilia nel 1693, in Calabria nel 1783 e in Giappone sia nel 1995 che nel terremoto dell’anno scorso: in tutti questi casi si sono verificate accelerazioni notevoli (dovute all’energia delle scosse) negli strati profondi di zone di pianura che hanno liquefatto il sottosuolo, dato luogo a fuoriuscite di sabbia e fatto mancare l’appoggio alle case e alle varie strutture edilizie che, seppure illese, si sono inclinate su un fianco.

La formazione dei vulcanetti di sabbia è un effetto secondario dovuto al passaggio dell’onda sismica che si è sviluppata per la rottura della faglia a seguito del braccio di ferro tra le propaggini più esterne dell’Appennino settentrionale e la pianura padana. Come hanno sottolineato le prime elaborazioni delle immagini ottenute dai satelliti radar di Cosmo-SkyMed dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) eseguite dai ricercatori del Cnr–Irea e dall’Ingv, questo gioco di forze ha provocato una deformazione permanente della crosta: spinte da una compressione in direzione nord-sud le propaggini settentrionali dell’Appennino si sono accavallate a quelle della bassa pianura dando origine a un sollevamento della crosta terrestre di circa 10 centimetri, non visibile all’occhio umano.
Sono stime preliminari, ancora parziali, che danno ragione al fatto che un oggetto tridimensionale di circa 15 chilometri di lunghezza e di 1-8 km di profondità si è rotto e che stimolano una domanda: le zone tra la pianura e l’Appennino andranno quindi ristudiate? “Noi le studiamo sempre, anche perché da tempo sono state segnalate come aree a pericolosità sismica, anche se a probabilità minore di altre nella Carta della pericolosità sismica pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale nel 2004“, precisa Pantosti. Tutti dovrebbero conoscere e leggere questo documento che ridimensionerebbe molte affermazioni, prima tra tutti quella che in pianura il terremoto non sopraggiunge mai. E invece non è così, perché i depositi alluvionali trasportati dai fiumi non assorbono le onde sismiche, come dimostrano i vulcanetti di sabbia. Un fenomeno che sull’Appennino Emiliano non è certo una novità. Grazie a una segnalazione (anche fotografica!) di un nostro lettore, infatti, più di sei mesi fa pubblicavamo su MeteoWeb quest’articolo in cui parlavamo proprio dei “vulcanetti” emiliani, a partire da quello di Regnano, dove il Comune di Viano ha apprestato dei percorsi sopraelevati in legno e sta progettando una struttura turistica che sfrutti il giacimento per scopi termali e di beauty farm.


Fonte: Meteoweb.eu

Stiamo per invadere la Siria (ma nessuno lo sa)


Stiamo per invadere la Siria (ma nessuno lo sa)


I governi fantoccio d’Europa  diretti da Gran Bretagna, Israele, Usa si offrono per entrare in guerra contro Siria, Iran, ben sapendo che trascineranno dentro anche la  Russia e la  Cina.  E’ un piano suicida, scellerato, già programmato  e dato per scontato dai dominanti. L’incendio dell’Europa e del medio Oriente servirà a far collassare le civiltà europee nell’estremo tentativo di salvare la macchina infernale della speculazione  finanziario bancaria basata sul dollaro e sulla sterlina oltre che sulla soppraffazione militare..
Nei paesi europei non vi è nessun allarme, la popolazione ha da pensare alla sua crisi e continua nella sua stupida e disastrosa incoscienza e vigliaccheria. I politici venduti ai poteri mondialisti occultano per bene ogni anelito di giustizia, ogni allarme proveniente dalla società civile.
L’Europa, presa dai suoi casini finanziari non vede l’ora di andarsene in ferie e sarà in quel momento che gli assassini mondialisti daranno fuoco alle miccie.

Ricordate cari lettori,  lanciammo analoghe previsioni per la Libia.  Con ciò non pensiamo che questo sia un epilogo irreversibile e improcastinabile. Le nazioni parassite dell’Europa potrebbero collassare prima di produrre danni e a questo punto ce lo auguriamo.
Tuttavia  da quasi un anno con criminale determinazione i Nostri, disinformano sulla guerra infida che già conducono per procura utilizzando un esercito privato fatto di  milizie criminali, terroristi comuni, autentici squartatori. I morti sono contati solo fra gli invasori e più volte per giunta. Con una pratica di aggressione sistematica e di assassinio della popolazione inerme favorevole ad Assad, una schiera di paesi sciacalli che va dall’Arabia Saudita, all’emiro del Qatar, oltre alla Turchia e Israele,  fomenta disordini, esegue attentati, elimina i militari ed i loro famigliari.
Come in Libia gli europei alterano, anzi sovvertono la verità, derubando miseramente per conto delle banche occidentali,  la Siria e l’Iran dei loro beni depositati nelle stesse banche.  I politici camerieri Nato di Italia, Francia e Gran Bretagna, stanno ancora una volta pianificando la distruzione di nazioni libere e indipendenti che, colpevoli solo di non essere asservite al nuovo ordine mondiale americanoangloisraeliano, devono essere distrutte come civiltà e modello. Se tutto questo nuoce gravemente ai nostri interessi nazionali non importa ai nostri venduti ed ai nostri burattinai, ovviamente, ma anzi, questo progetto è parte del piano prestabilito di sconquasso continentale. La lista degli stermini e delle nazioni distrutte si sta facendo lunga oramai: Iraq,  Serbia, Afghanistan, Libia, Somalia e altre.
Come sempre dalla stampa serva escono solo belati di concorso e consenso alla pratica criminale di distruzione dei paesi liberi. I meschini sembra siano ovunque in questo finale di partita. Sparito Sarkozy, il sionista ungherese imposto dalla Cia alla guida della Francia,  oggi abbiamo un altro zerbino e per giunta massone:  Hollande. Un pò come per noi essere passati da Berlu a Monti.
L’Europa terrorizzata è oramai in mano atlantica sia a destra che a sinistra. Al potere vanno solo i loro uomini e resteranno fino a quando questo castello di menzogne, criminalità,  non crollerà definitivamente per eccesso di stupidità.

martedì 29 maggio 2012

Perchè Nikola Tesla, lo scienziato che ha cambiato il mondo non è sui libri di scuola?


NIKOLA TESLA

Nato a Smiljan Lika, nell’attuale Croazia, nel 1856. Dopo i primi studi condotti a Lika e a Carlstadt sotto l’influenza della madre Georgina Mandic, anch’essa inventrice, come d’altra parte il padre, Tesla si trasferì all’Università di Graz dove studiò matematica e fisica, laureandosi nel 1877. Ebbe poi la volontà di studiare filosofia a Praga. Nel 1881 propose a Budapest la sua prima invenzione: il telefono ripetitore. Nel 1884 emigrò negli Stati Uniti. Dopo un periodo in cui collaborò con T.A. Edison nel suo laboratorio di Menlo Park, lo lasciò in seguito ad un litigio. Lavorò poi per G. Westinghouse che aveva fondato da poco la Westinghouse Electrical Company. Preferì però, dopo poco tempo, lavorare per conto proprio sviluppando tutta una serie d’importanti invenzioni. Una caratteristica generale di molte di queste era la fiducia che Tesla aveva per le correnti alternate, a differenza di quanto inizialmente pensava Edison. La dimostrazione della superiorità di tali correnti la pose in atto nel 1893 illuminando l’intera esposizione universale di Chicago. Anticipò di almeno due anni la telegrafia senza fili, senza però svilupparla. Il sistema delle correnti alternate fu prescelto da Tesla anche per il progetto dello sfruttamento energetico, ceduto alla Westinghouse, della Cascata del Niagara.
Le moltissime invenzioni hanno fatto di lui uno dei più prolifici e geniali inventori dell’ottocento e novecento. Le sue capacità creative erano straordinarie come pure la competenza tecnica era notevolissima. Aveva il solo difetto di non essere stato letteralmente in grado di realizzare e approfondire le sue innumerevoli idee. Quelle che seppe portare a termine ancora oggi lasciano sbalorditi. Ogni possibilità però di celebrare i risultati conseguiti in vita si perse nella confusione creata dalla sua morte, avvenuta a New York il 7 Gennaio 1943, in epoca di guerra.
Tutto il suo lavoro fu dichiarato “top secret” dalla FBI, dalla Marina Militare americana e dal Vicepresidente Wallace.
Egli lasciò scritto:
Provo continuamente un senso di profonda e inesplicabile soddisfazione nell’apprendere che il mio sistema polifase viene usato in tutto il mondo per illuminare i momenti oscuri dell’esistenza, per migliorare la qualità della vita; e che il mio sistema senza fili, in tutte le sue essenziali caratteristiche, viene utilizzato per rendere un servizio e per dare felicità alla gente in ogni angolo del mondo”.
È stato uno scienziato brillante, un profeta che leggeva realmente nel futuro, ma che il suo tempo non fu in grado di comprendere. Il risultato finale è stato che uno dei maggiori benefattori dell’umanità è stato dimenticato. Tesla morì come aveva vissuto: solo e nell’anonimato, destinato all’oblio per l’ordine top secret che proibiva di parlare dei suoi lavori.
Che cosa aveva potuto causare tutto questo? La rottura con Edison indusse Tesla ad abbandonare la concezione tradizionale dell’elettricità. Si trasferì a Colorado Springs, vicino a Denver, cercando di realizzare una concezione nuova sull’elettricità: comunicare in ogni parte del mondo non usando i fili. Secondo la sua teoria, la terra stessa costituiva un conduttore naturale e poteva essere sfruttata per far viaggiare le onde elettriche inviate da un trasmettitore centrale. Tali onde sarebbero state raccolte da ricevitori posti ovunque nel pianeta.
Il laboratorio di Nikola Tesla
Dato che nessuno gli volle credere, nel 1899 Tesla costruì un trasmettitore che poteva anche fungere da ricevitore. Con questa struttura, piazzata sopra il suo laboratorio, sperava di inviare un’onda elettrica vagante per poi riprenderla. Intuendo che una singola onda avrebbe perso potenza nel trasferimento, pensò di fornire impulsi elettrici successivi, creando così un pacchetto energetico continuo di potenza crescente. A Colorado Springs tutti gli abitanti potevano osservare l’enorme e strana antenna, alta 60 metri che terminava con un globo di ferro. Molti sono stati i testimoni che videro accendersi 200 lampadine senza collegamento di fili elettrici a 40 Km di distanza. Un esperimento particolare con quell’antenna resterà nella storia di questa civiltà: un fulmine uscì dal globo di ferro in cima all’antenna, crebbe di dimensioni fino a diventare un globo elettrico che mandava verso il cielo lampi scoppiettanti di lunghezza almeno di 50 metri. La zona fu pervasa da rombi di tuono e l’erba assunse il colore di un verde brillante come se ci fosse fosforescenza. Il fatto più traumatico sicuramente fu quello sopportato dagli abitanti, i quali, camminando nelle strade, vedevano sprizzare scintille elettriche che dai loro piedi finivano sul selciato. Dopo tanto spettacolo anche il finanziere J.P. Morgan, convinto del genio inventivo di Tesla, investì ben 150.000 dollari nel progetto della trasmissione d’energia. Perciò Nikola Tesla si trasferì a New York e cominciò la costruzione della prima torre per le comunicazioni a Long Island: la Wardenclyffe. Questo avveniva nel 1900.
L’imponente torre Wardenclyffe, costruita da Tesla a Long Island.
Tre anni dopo, quando la Wardenclyffe fu completata, Tesla annunciò un’altra delle sue scoperte: sarebbe bastato dare una potente energia ai suoi trasmettitori per trasformare la litosfera terrestre in un gigantesco portalampade. Bastava in pratica infilare un bastone metallico nel terreno, collegarlo ad un trasformatore, per avere elettricità a volontà. Tesla era dell’opinione che per generare l’energia iniziale fosse sufficiente usare impianti idroelettrici. Il punto debole di tanta invenzione stava nel fatto che se il trasmettitore avesse inviato, anziché su tutto il globo in maniera uniforme, una forte quantità d’energia in un solo punto, allora si sarebbe verificata una distruzione totale. Secondo i calcoli, con questo sistema si poteva inviare tranquillamente un’energia pari ad una bomba nucleare da 10 megatoni. La storia ci ricorda che Tesla non ebbe mai la possibilità di sperimentare la sua rivoluzionaria invenzione. Nel 1903 il sostenitore Morgan ritirò il finanziamento. Sicuramente questo magnate americano avrà pensato che un raggio della morte da 10 megatoni poteva anche andar bene, ma fornire energia elettrica in forma illimitata e gratuita a tutto il mondo era assolutamente impensabile. A quel punto Tesla fu abbandonato da tutti. Sommerso dai debiti, dovette svendere il laboratorio di Colorado Springs per pochi dollari, tanto che nel 1906 non ebbe più soldi per pagare gli stipendi dei dipendenti della Wardenclyffe, che rimase vuota. Fu proprio in quel periodo che la vita di Tesla iniziò a rivestirsi di mistero.
Quando il mondo cominciò la corsa agli armamenti, che poi sfocerà nella prima guerra mondiale, Tesla cercò di portare acqua al suo “mulino” proponendo un
 sistema di distruzione più potente. Si crede però che siano state solo dicerie, appoggiate da un fatto insolito come la sparizione della nave francese Jena che saltò in aria in circostanze misteriose. È noto che Tesla rimase neutrale dinanzi a quest’esecrabile gesto. Egli aveva dichiarato, in precedenza, che il suo trasmettitore avrebbe potuto mandare “onde d’urto” d’intensità tale da causare un’esplosione nella santabarbara di una nave da guerra e farla saltare in aria. Il fatto poi che la Wardenclyffe, anche senza operatori, potesse funzionare senza problemi ha fatto sì che ci fossero state, in seguito, delle supposizioni su un suo impiego nel caso della Tunguska.
In pratica nel 1908 Tesla sembra che abbia detto: ” Il mio non è un sogno. Si possono realizzare impianti senza fili in grado di rendere inabitabile qualsiasi zona della Terra, senza esporre la popolazione d’altre parti a seri danni o avere inconvenienti collaterali.”
Non ci sono certezze in merito, considerando poi che Tesla, nel disperato tentativo di ottenere aiuti finanziari per la sua ricerca, si sia lasciato andare a dichiarazioni del tutto particolari.
È risaputo però che fino al 1915 Tesla non ebbe nessun finanziatore che lo potesse aiutare, tanto che la Wardenclyffe fu rasa al suolo nel 1917. Un fatto singolare è che egli avesse l’abitudine il 10 Luglio d’ogni anno, giorno del suo compleanno, di fare rivelazioni clamorose sul futuro dell’elettricità. Erano dichiarazioni così sensazionali che il rito finì col diventare una cosa ridicola.
Nel 1935 cercò di coinvolgere di nuovo il magnate Morgan in un progetto di difesa che impiegava raggi di particelle del tutto simili a quelle che conosciamo oggi tramite i film di “Star Trek”.
Quando Tesla morì, le sue invenzioni vennero requisite dal governo americano e, molto tempo dopo, restituite al nipote, tranne quelle sul raggio della morte.
Il fatto che Tesla potesse aver effettivamente attivato la Wardenclyffe Tower per determinare la devastazione della Tunguska, resta una congettura di qualche autore che non tiene conto d’alcuni fatti assai importanti. Ciò non toglie, ripeto, che Tesla non fosse potenzialmente in condizione per effettuare una simile esperienza. Uno dei fatti tecnici che egli doveva superare era la disponibilità di una potenza energetica primaria per raggiungere i 30 megatoni finali. Non era possibile poi eseguire un simile esperimento di nascosto e soprattutto la centrale idroelettrica interessata non poteva essere assolutamente una sola. Un esperimento di questo tipo a chi poteva servire? Forse al Governo degli Stati Uniti? Un’altra incongruenza la ritroviamo nella probabile traiettoria che l’ipotizzato bolide energetico avrebbe dovuto compiere.
Presunta traiettoria del bolide che avrebbe colpito la Tunguska con l’energia generata dalla Wardenclyffe Tower ed ideata dalla geniale intuizione di Nikola Tesla.
Analizzando l’aspetto geometrico, essa doveva avere caratteristiche curvilinee e giungere da nord per colpire la zona disabitata della Tunguska: il contrario di quanto riferì la maggioranza dei testimoni dell’epoca.
Credo infine che, non avendo ancora oggi prove tangibili di una vera e propria sperimentazione in tal senso, sia abbastanza difficile stabilire se gli effetti possono essere comparati con quelli effettivi riscontrati nella taiga, con tutte le peculiarità dell’evento, esplosione compresa, nei termini già analizzati.
Una cosa è certa però: 
l’invenzione di Nikola Tesla, conosciuta come la trasmissione d’energia elettrica senza fili, verrà in seguito applicata ma non per scopi benefici.
Tesla in proposito lasciò scritto:
Il successo pratico di un’idea, indipendentemente dalle sue qualità inerenti, dipende dalla scelta dei contemporanei. Se è al passo coi tempi, essa viene rapidamente adottata; in caso contrario, è destinata a vivere come un germoglio che sboccia, attirato dalle lusinghe e dal calore del primo sole, per essere poi danneggiato e crescere con difficoltà a causa del gelo che s’impone.”
Questo gelo è stato recentemente sciolto, purtroppo. Nell’evoluzione tecnologica militare degli Stati Uniti da qualche anno è comparso il progetto HAARP (High Frequency Active Auroral Research Project). Il Pentagono ci sta facendo credere che si tratti di un innocuo esperimento, mentre ci troviamo di fronte ad un’arma che agisce sulla ionosfera con probabili sviluppi indescrivibili per gli esseri viventi. Nel 1987 il consulente dell’Atlantic Richfield Corporation (ARCO), il fisico Bernard J. Eastlund, applicò tutte le sue risorse intellettive per riprendere il brevetto di Nikola Tesla della Wardenclyffe. Il nuovo sistema è stato denominato: “Metodo ed apparecchiatura per l’alterazione di una regione dell’atmosfera, ionosfera e/o magnetosfera terrestre“. In verità il metodo doveva servire ad Eastlund per scoprire vasti giacimenti di gas naturali che la compagnia petrolifera ARCO stava cercando in Alaska.
Quando gli studi avevano raggiunto un certo successo, intervenne il fisico nucleare Edward Teller (uno dei più accaniti scienziati USA, che si è dedicato alla costruzione della bomba atomica e soprattutto di quella all’idrogeno), che fece nascere nuove iniziative segrete, atte a portare avanti il sistema militare di “Guerra Stellare”. In breve tempo l’Alaska si è trasformata nell’ultima frontiera di ricerca militare.
Le mastodontiche e numerose antenne dislocate a Gakona (Alaska), facenti parte del Progetto HAARP.
L’installazione principale del Progetto HAARP si trova in Alaska, a Gakona, 150 miglia circa a nord-est di Anchorage. La scelta di questo sito è stata fatta per tre motivi fondamentali:
  • La sua vicinanza al Polo e quindi alla zona di concentrazione delle linee magnetiche del nostro pianeta.
  • La presenza di notevolissime fonti energetiche naturali nel sottosuolo.
  • La sua distanza dai centri urbani.
Il programma HAARP ha portato alla costruzione di un sistema di 360 antenne, alte 23 metri, capaci di trasmettere, con l’obiettivo di migliorare le comunicazioni militari, un “raggio” d’energia ad alta frequenza nella ionosfera. La ionosfera è quella parte di regione atmosferica che inizia sui 50 Km d’altitudine e termina intorno agli 800 Km. Secondo le indiscrezioni più recenti, quest’arma sarebbe capace di interferire con estese zone dell’atmosfera e quindi, secondo la logica militare, abbattere missili ed aerei e qualche cosa d’altro.
Esistono oltre 400 brevetti collegati al progetto HAARP e la maggioranza di questi sono progetti offensivi o per meglio dire sono armi offensive. Rimane sempre la logica che sfrutta il sistema d’irraggiamento a fascio d’energia, diretto dalla terra verso lo spazio. Si può veicolare l’alta frequenza energetica in una zona dove è stata istallata un’antenna ricevente, ma si può irradiare, oltre che nelle zone militari, anche in centri urbani. Naturalmente non è sfuggito agli alti comandi militari l’utilizzo di una simile tecnologia per abbattere oggetti volanti d’origine extraterrestre, se ciò fosse naturalmente possibile. Pure gli scienziati sovietici si sono dedicati ad una simile ricerca per oltre 25 anni, sino a quando il cambio politico e lo smembramento dell’URSS hanno determinato un fortissimo indebolimento economico, con conseguente privazione dei necessari sostegni finanziari agli istituti d’investigazione.
Oltre alla sede di Gakona, ci sono altre installazioni simili, dislocate in varie parti del pianeta. La prima si può localizzare in Arecibo (Porto Rico), la seconda a Fairbanks in Alaska, la terza a Tromso (Norvegia), poi a Pine Bush in Australia ed infine a Steeplebush in Inghilterra. Sicuramente si stanno costruendo altre installazioni del genere nell’emisfero meridionale del pianeta.
Si è saputo che nell’impianto pilota di Gakona si è in grado di irradiare 1.700.000.000 di Watt in atmosfera. Questo è effettivamente lo 
sviluppo negativo dell’invenzione di Tesla. Egli odiava la guerra e, a tal proposito, dichiarò:
Non si può abolire la guerra mettendola fuori legge. Non vi si può porre fine disarmando i forti. Ma si può fermarla rendendo tutti i paesi in grado di difendersi. Ho appena scoperto una nuova arma di difesa che, se verrà adottata, trasformerà completamente i rapporti tra le nazioni. Le renderà tutte, grandi e piccole che siano, invulnerabili a qualsiasi attacco proveniente dalla terra, dal mare o dall’aria. Bisognerà, in primo luogo, costruire una grande officina per fabbricare quest’arma, ma quando sarà completata, sarà possibile distruggere uomini e macchine in un raggio di 320 Km.”
Nel 1934 Tesla descrisse in un articolo un’apparecchiatura simile al laser, affermando:
Questo strumento proietta particelle che possono essere relativamente grandi o microscopiche, che permettono di trasmettere a gran distanza un’energia milioni di volte più forte di quella ottenibile con qualsiasi altro raggio. Così una corrente più sottile di un filo può trasmettere migliaia di cavalli vapore. E nulla le può resistere.”
A causa delle sue dichiarazioni, corse voce che Tesla avesse inventato un “raggio della morte”. Egli immediatamente replicò: “L’invenzione di cui ho parlato, a diverse riprese, non ha niente a che vedere con ciò che comunemente viene definito ‘raggio della morte’.”
Vorrei concludere su Nikola Tesla, uno dei più geniali uomini apparsi in questo pianeta, con una sua frase emblematica che descrive la sua natura di scienziato in maniera superlativa:
Il dono della forza della ragione ci viene da Dio, dall’Essere Divino, e se concentriamo le nostre menti su questa verità, stabiliamo un’armonia con questa grande forza. Mia madre mi aveva insegnato a cercare ogni verità nella Bibbia. – Nikola Tesla”.




Fonte: edicolaweb.net